Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra

Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra E.T.S. – A.P.S.

BARI – MONUMENTO OSSARIO DEGLI EROI DI BARI

A Bari non c’è solo il Sacrario dei Caduti d’Oltremare, ma c’è, anche, il Monumento Ossario degli Eroi della Grande Guerra.
Durante il primo conflitto mondiale, la Puglia fu, fra le regioni italiane che si affacciano sul mare, la più esposta agli attacchi nemici per la sua vicinanza alle coste dalmate ed albanesi.

La città di Bari annovera un gran numero di Caduti. Al termine del conflitto le autorità ed i cittadini pugliesi sentirono l’esigenza di onorare i Caduti non solo con la costruzione a Taranto di un Monumento agli Eroi, ma, anche, di un luogo ove ospitare le spoglie mortali dei Caduti: i SACRARI. Il MONUMENTO OSSARIO risulta essere il più rappresentativo dei Monumenti ai Caduti eretti in Puglia. Esso fu realizzato nel 1920, in soli quattro mesi, nel Cimitero di Bari per accogliere i resti dei Caduti della Grande Guerra, anche, con il contributo economico dei cittadini. L’opera fu commissionata al giovane Saverio Dioguardi che volle fare un edificio di aspetto semplice, austero e solenne a ricordo della severa e grandiosa figura dei tanti “Eroi” che avevano perso la vita in guerra.
Il Monumento Ossario fu inaugurato il 19 gennaio del 1924 dal re Vittorio Emanuele III. In quell’occasione il re tenne un discorso in cui rimarcava come quei Caduti, ivi traslati, avessero scritto la più bella pagina della storia d’Italia. La fanfara del X Fanteria intonò la “Canzone del Piave”, monsignor Del Buono benedisse l’opera mentre il “coro della Basilica di San Nicola” intonava il “Libera me Domine”. I resti vi furono traslati, dai luoghi ove erano sepolti, con lunghi e commoventi viaggi.
Occorsero in tutto 10 viaggi di cui, solo, nel 1920: 24 aprile, 18 maggio, 11 settembre, 4 ottobre, 19 dicembre. L’ultimo il 24 maggio del 1925 data in cui si raggiunse n. 3.000 soldati, tanti quanti erano stati i Caduti della terra di Bari alla fine della guerra.
Il nome “Monumento Ossario” ci fa comprendere, prima ancora di darne la descrizione, che la struttura si compone di due parti distinte: una parte bassa o nel sottosuolo che costituisce l’OSSARIO e l’altra alta o esterna: MONUMENTALE.

All’OSSARIO, interrato per due metri e mezzo di profondità, si accede mediante due scalette poste da ambo i lati della parte superiore. Ivi sono ospitati i loculi contenenti i resti degli Eroi. Ogni Loculo è chiuso con una lastra di marmo con incisi : nome, cognome, grado e data di morte. Vi sono, anche, loculi destinati ai dispersi che furono lasciati vuoi ma, riportavano, comunque, l’indicazione del nome, cognome, grado e data presunta di morte. La serie di loculi è interrotta da due targhe di marmo: in una è scolpito il Proclama di Guerra del Re Vittorio Emanuele III, nell’altra il Bollettino della Vittoria del Generale Armando Diaz. Entrambe le targhe sono sormontate da aquile di bronzo recanti una corona d’alloro.
Alla Cripta-Ossario si accede mediante una porta che, sullo stipite, ha inciso “OREMUS”.
Sempre nella zona interrata e per la larghezza di due metri e la lunghezza del Monumento, un’area, allora destinata ma oggi realtà, destinata a raccogliere le spoglie dei genitori e delle
vedove, non risposate, degli Eroi ivi riportati dai cimiteri di guerra.

Al MONUMENTO (parte alta) si accede attraverso due scale protette da ringhiere limitate da due piloni sui quali poggiano due grandi croci. A ridosso dei piloni due muraglie, a forma di Esedra aperta, costituite da una serie di grandi targhe intercalate col Fascio Littorio in bronzo. Ogni targa riporta, in ordine cronologico, il nome delle località storicamente legate agli eventi bellici: Isonzo, Sammichele, Carso, Gorizia, Bainsiza, Carnia, Cadore, Asiago, Pasubio, Grappa, Piave, Vittorio Veneto.

Tutti nomi dettati dal tenente generale Umberto Montanari che visse tutta la Grande Guerra.
Oggi i Fasci Littori non vi sono, più al loro posto a coprire il vuoto vasi con piante. Al centro della costruzione una parte dedicata ai riti religiosi. Essa è costituita da un grande arco cui si accede attraverso un’ampia scalinata. Sotto quest’arco è collocata l’ARA , altare per la celebrazione dei riti delle solenni commemorazioni religiose. Ai lati due Lampade Votive in bronzo ed a forma di lucerne antiche. Mario Prajer realizzò due motivi decorativi dell’altare oltre a pannelli per la cripta. Tra i pannelli, poi rimossi, vi erano: uno con attributi guerreschi ed il motto “SALUS PATRIAE SUPREMA LEX EST” ed un altro con un sarcofago romano ed il motto:” OSSA VOSTRA QUASI HERBA GERMINABUNT”. Sull’arco è riportato il motto “VIVONO E VIVRANNO” dettato dall’Associazione Nazionale Famiglie Caduti in Guerra.
L’arco poggia su due pilastri con due gruppi scultorei di pietra raffiguranti le “VITTORIE della GUERRA e della PACE” , che si suppone opera di Mario Sabatelli. La struttura è completata da due Cimase sulle quali poggiano due tripodi di bronzo sorretti ognuno da due maestose aquile, anch’esse in bronzo.